In acque profonde

A seguito dell'incontro con David Lynch alla Festa del Cinema di Roma 2017, ho di recente riletto In acque profonde, un suo interessante libro del 2006 edito in Italia da Mondadori. E' un'opera agevole, che scorre con piacere e in cui il regista affronta varie tematiche, dalla carriera al proprio metodo di lavoro, ma anche confida i propri gusti, passioni e ossessioni. Ne emerge l'immagine di un uomo sensibile, poliedrico, geniale. Artista a tutto tondo e assoluto.
Punto centrale attorno a cui ruota il testo è però la meditazione trascendentale, di cui Lynch è convinto sostenitore e praticante fin dagli anni '70 (tutti i giorni, due volte al giorno per 20 minuti), tanto da dedicare a questa disciplina una Fondazione, la David Lynch Foundation for Consciousness-based Education and World Peace. Lynch definisce la meditazione come oro puro sotto forma di energia, una fonte potentissima di beatitudine e pace in grado d'immergici in noi stessi per arrivare al "campo unificato" primitivo. Essa sarebbe in grado di stimolare benessere e creatività, rendendoci più liberi e completi, facendo così emergere le idee e permettendo di afferrarle. Se questo sia vero, credo sia un fatto soggettivo e legato all'esperienza individuale di ognuno di noi. Chiunque abbia a che fare con la creatività non potrà però non riconoscerci in molti passaggi del suo racconto. Inland Empire (2006), capolavoro ermetico e ultima opera cinematografica di Lynch, è frutto, esito, punta estrema e astratta di questo processo di ricerca personale e artistica.
Il carattere discorsivo della prosa e gli aneddoti relativi alla propria carriera e ai propri film rendono il libro decisamente interessante e piacevole, grazie anche a capitoli rapidi e incisivi. Lynch riesce però anche a essere illuminante quando parla dell'essere umano e delle pulsioni che lo animano, combattuto com'è tra la negatività quotidiana e la positività, condizione fondamentale quest'ultima per poter creare e raggiungibile proprio tramite la meditazione trascendentale. Ci si può credere o non credere, ma certo è che, al termine della lettura del libro, ci si sente pervasi da un senso di pace e serenità.

"Le idee sono simili ai pesci. Se vuoi prendere un pesce piccolo, puoi restare nell'acqua bassa. Se vuoi prendere il pesce grosso, devi scendere in acque profonde".



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