Contagion

Di questi tempi (ri)vedere Contagion di Steven Soderbergh può essere un'esperienza al tempo stesso angosciante e affascinante. Sono incredibilmente molte, infatti, le somiglianze tra questo film (datato 2011!) e l'epidemia che sta facendo tremare il mondo mettendone, a quanto pare, in ginocchio l'economia.
Al centro della pellicola  c'è la diffusione di una nuova pandemia sconosciuta e altamente letale su base planetaria. Il virus, qui denominato MEV-1, si diffonde per via aerea e per contatto con le superfici infette. I medici del Center for Disease Control e dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, allarmati dal rapido moltiplicarsi dell'infezione, cercano di isolare velocemente il nuovo virus, trovare una cura e circoscrivere il contagio iniziato a Hong Kong. Mentre tentano in ogni modo di limitare il numero di decessi, si diffondono notizie false e incontrollate che vanno ad alimentare la psicosi collettiva innescando panico, disordini civili e violenza.
Qualcuno ha pensato "Coronavirus"? Ovviamente con le dovute differenze, perché in questo caso tutto risulta estremizzato e romanzato ad arte: il virus "protagonista" del film ha infatti un'aggressività e un tasso di mortalità infinitamente superiori rispetto a Covid-19. Al di là di questo, però, le similitudini sono davvero tante e, a detta di alcuni, renderebbero quasi "profetico" il film di Soderbergh. Per quanto però Contagion possa effettivamente risultare anticipatorio di quello che sta accadendo nel mondo in questo momento, non penso che ciò sia dovuto a presunte capacità "divinatorie" del suo autore: non bisogna infatti dimenticarsi che la pellicola vide la luce dopo un'altra epidemia, certo meno aggressiva di quella attuale (soprattutto dal punto di vista mediatico), diffusasi dai primi anni 2000 in poi, ossia la SARS-CoV, che, guarda caso, era proprio un coronavirus. Quindi il film, probabilmente, prende spunto da quel caso specifico. La sua credibilità è inoltre accentuata sicuramente anche dall'attento lavoro di documentazione svolto da Soderbergh in fase preparatoria, cosa che emerge dalla visione dell'opera e ne aumenta notevolemente l'attendibilità scientifica. Per girare al meglio il film il regista ha infatti collaborato sia con il Center for Disease Control che con un gruppo di consulenti scientifici.
Non si può però non rivolgere un plauso anche all'interpretazione eccellente da parte di un cast di altissimo livello, che porta lo spettatore a immergersi completamente nella storia. Qualcosa inizia tuttavia a scricchiolare  nella struttura e nella sceneggiatura verso tre quarti della pellicola, che perde un po' di compattezza andando a sfilacciarsi nelle troppe sotto-trame, alcune delle quali probabilmente inutili (come quella che vede protagonista Marion Cotillard). Ciò che tuttavia rende estremamente interessante Contagion e che ha un che di profetico è l'analisi sociale dei rapporti umani e del loro evolversi in una situazione d'emergenza: il diffondersi delle fake news e dei complottismi, l'aumentare esponenziale del panico tra la gente, i supermercati presi d'assalto, la paura dell'altro, l'isolamento, etc. Il film mostra anche l'atteggiamento di funzionari e politici, preoccupati a salvaguardare, più che il benessere pubblico, l'economia e a contenere l'impatto che il virus avrebbe su di essa, cercando di nascondere l'epidemia all’opinione pubblica. Una gestione analoga a quella assunta dal governo cinese nelle fasi iniziali di diffusione della malattia (tra l'altro anche nell’immaginario di Soderbergh il virus MEV-1 ha origine proprio in Asia).
Il vero merito di questo film risiede nella sua potenzialità di spingerci a riflettere sugli spunti che ci fornisce per approfondire l'analisi dell'essere umano e delle sue relazioni, arrivando (forse) a meglio comprenderne l'essenza.


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