Dantedì - L'inferno

In occasione del primo Dantedì, giornata nazionale indetta per celebrare il sommo poeta e le sue opere, riscopriamo L'Inferno, film muto del 1911 ispirato alla prima cantica della "Divina Commedia". La pellicola, prodotta da Saffi-Comerio e Milano Films per la regia di Francesco Bertolini, Giuseppe de Liguoro  e Adolfo Padovan, segue in modo fedele il testo dantesco. Della durata di circa 68 minuti (ma variabile a seconda delle versioni in circolazione), si tratta del primo film italiano a cinque bobine. Un'opera che mette in campo un un enorme dispendio di risorse e mezzi, tra scenografie, costumi, grandi masse di comparse e tantissimi effetti speciali che rimandano alle sperimentazioni effettuate da Méliès e sicuramente all'avanguardia per l'epoca. Alcune scene vennero anche girate in esterni presso il letto della Grigna, un torrente in Val Camonica.
Nel film, che s'ispira alle celebri illustrazioni di Gustave Doré, emerge un notevole gusto iconografico, che in alcuni casi si concretizza in inquadrature piuttosto ispirate, esteticamente appaganti e dalla potente forza visiva ed
evocativa. Alcune scene rendono perfettamente quanto descritto nel testo poetico, visualizzando quel mondo infernale e trasmettendone l'atmosfera malata e inquietante.
Un ulteriore aiuto e spinta a calarsi nei gironi infernali viene dall'accompagnamento musicale, di cui come sempre per i film muti esistono molteplici versioni (alcune delle quali particolarmente riuscite): a tal proposito va segnalato quello realizzato dai Tangerine Dream nel 2002 per un'edizione restaurata in DVD ormai fuori catalogo (la si può trovare in rete a cifre talvolta astronomiche). Un nuovo restauro è stato portato a termine dalla Cineteca di Bologna nel 2006, pubblicato poi in DVD nel 2011 all'interno della collana "Cinema Ritrovato" con la colonna sonora eseguita dagli Edison Studio.
Sebbene non si possa non notare talvolta una certa ingenuità nella messinscena, nella recitazione e nell'effetistica propria di quella nativité tipica del cinema degli albori che a volte potrebbe strappare un sorriso, il film si presenta come un'opera visionaria e decisamente riuscita nel tradurre in immagini il mondo creato da Dante.
Dal punto di vista del linguaggio cinematografico si percepisce il tentativo di spezzare la monotonia determinata dal tipico campo medio, lungo e fisso impiegati all'epoca: non si può certo parlare di montaggio utilizzato in maniera narrativa stretta, tuttavia si notano gli spostamenti del punto macchina, il montaggio di più inquadrature, lo sfruttamento della profondità e altri accorgimenti di questo tipo.
L'inferno fu il primo film a essere iscritto nel pubblico registro delle opere protette. Considerato uno dei capolavori del genere in costume per il quale i produttori italiani si distinsero all'inizio del '900 e la prima pellicola europea di profondo impegno letterario e artistico, ebbe un enorme successo anche all'estero e fu il primo a usufruire del nuovo tipo di distribuzione basato sulla cessione dei diritti in esclusiva, anziché sulla vendita o noleggio delle singole copie.
Ciò che stupisce è sopprattutto la complessità produttiva, dato che si tratta di un film risalente a oltre un secolo fa, quando il cinematografo era nato ufficialmente da poco più di un decennio. Un'opera, quindi, che merita sicuramente più  di una visione per essere apprezzata e compresa nella sua interezza.
Qui di seguito i link a due versioni integrali (una italiana e l'altra inglese, che differiscono di qualche minuto nella durata) e alla colonna sonora composta dai Tangerine Dream.

 


 


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